Domenico Riccardo Peretti Griva (Coassolo 1882-Torino 1962) è stato uno dei fotografi torinesi “dilettanti” appartenenti alla storica Scuola Piemontese di Fotografia Artistica (denominata così da Cesare Schiaparelli), che insieme ad Achille Bologna, Stefano Bricarelli, Carlo Baravalle, Italo Bertoglio, etc., ha saputo ben rappresentare, soprattutto negli anni venti e trenta, la fotografia italiana nel mondo.
Non certo meno noto per la sua lunga attività di magistrato, scrive numerosi saggi giuridici (anche in relazione ai diritti d’autore in campo fotografico), diversi volumi con raccolte di sue immagini, ma anche di interesse sociale, e due libri di favole.
Fotografo generoso ed infaticabile, ha avuto una produzione vastissima e nelle statistiche americane dell’Annual Photography degli anni cinquanta il suo nome è in testa tra gli espositori italiani per numero di esposizioni e opere accettate, mentre nella graduatoria mondiale occupa il 15° posto.
Domenico Riccardo Peretti Griva eleggerà come sua tecnica fotografica congeniale il bromolio-trasferto, che implicava una notevole manualità e capacità di sperimentazione.
Per questa mostra, che vuole “fissare” alcuni dati sulla sua attività (non ancora troppo indagata), sono state selezionate cinquantaquattro immagini, scelte fra le più rappresentative della sua ricerca artistica e realizzate fra il 1923 ed il 1956 circa. Alcune immagini sono inedite, altre testimoniano la loro storia recando ancora sul retro i crediti comprovanti le partecipazioni ai maggiori Salons Internazionali di Fotografia Artistica dell’epoca e sono state pubblicate in numerosi annuari, cataloghi e riviste fotografiche.
Sono ben rappresentate le avvolgenti e romantiche stampe al bromolio degli anni venti, ancora pervase di pittorialismo e dell’influenza del francese Robert Demachy, ma soprattutto del belga Lèonard Misonne, in cui la natura è vincente su tutto.
Numerose anche le stampe al bromuro d’argento che mantengono intatta tutta la loro forza evocativa con le scene “minime” di vita. Infine i bromoli-trasferti, prediletti dall’autore, che suggeriscono ad una lettura attuale, consci dei più recenti sviluppi in campo artistico-fotografico, dove il limite fra pittura e fotografia a volte è inesistente, nuove interpretazioni. In bromoli-trasferti come “Piccoli pescatori”, “Viterbo”, “Il sentiero” e soprattutto “La chiesa del villaggio”, la morbidezza della tecnica e la rielaborazione manuale di D.R. Peretti Griva creano quasi un processo di sfaldamento dell’immagine, dove l’iconografia è appena percettibile, quasi informale, i chiari e gli scuri diventano una successione di campiture geometriche e ci regalano un pathos completamento nuovo rispetto allo scatto originale.
In mostra anche una selezione bibliografica, curata dalle Biblioteche Civiche Torinesi utile per chi volesse approfondire questo autore, accompagnata da una bibliografia a disposizione del pubblico.
Foto presenti alla mostra
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PERETTI GRIVA Domenico Riccardo
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