PIA Secondo
(Asti 1855-Torino 1941)
Avvocato. Fotografo ‘dilettante’ tra i più eclettici e prolifici. Dal 1876 si dedica alla catalogazione delle opere d’arte e dei monumenti in Piemonte, con la realizzazione di oltre tremila lastre. La prima esposizione a cui partecipa è quella di Firenze nel 1887, tre anni dopo a Torino, alla Mostra di Architettuta dove vince una medaglia d’oro. Nello stesso periodo partecipa all’esposizione veneziana e le recensioni lusinghiere si moltiplicano. Nel 1898 è tra i promotori del I Congresso Fotografico Nazionale, in quel anno all’Esposizione di Arte Sacra presenta la celeberrima fotografia della Sindone che lo porta agli onori della cronaca mondiale ed è premiata con una medaglia d’oro. Socio fondatore, vice-presidente e archivista nel 1905, presidente dal 1907 al 1924 della Società Fotografica Subalpina. Nel 1900 partecipa alla Mostra Nazionale di Fotografia a Torino e alla I Mostra della Società Subalpina con due immagini, una con la ricostruzione dell’arco romano a Susa e l’altra con la ipotetica ricomposizione del Polittico di Defendente Ferrari a Sant’Antonio di Ranverso. Definito il Cavalcaselle dei fotografi per la sua attenzione filologica e la volontà di testimoniare il passato. E’ l’architettura, isolata dal contesto e analizzata nei dettagli, il soggetto che predilige, tanto da valergli la stima e la collaborazione di storici come Toesca e Weber. Sempre presente nelle giurie e nei comitati organizzativi di molte manifestazioni. Presidente tra l’altro dell’Unione Fotografica e della Società di Mutuo Soccorso. Nel 1907 riceve due diplomi d’onore alla IV Esposizione Nazionale di Fotografia e Internazionale per il Materiale Fotografico. Negli anni seguenti le sue foto appaiono sulle pagine di La fotografia Artistica consacrandolo fotografo d’arte. Nel 1910 in occasione di una mostra presso la Società Subalpina presenta le sue prime autocromie, ed è tra i primi in Italia insieme ad Angeloni, Marchis, Masino e Negri a dedicarsi a questa nuova tecnica. Attualmente le sue immagini sono conservate presso la Soprintendenza ai Beni Artistici e Storici del Piemonte, al Museo del Cinema di Torino, alla Confraternita del S.S. Sudario a Torino e presso alcune collezioni private.