VANETTI Giuseppe, FOTOGRAFIA ITALO-GERMANICA
Pittore e fotografo professionista. Attivo a Torino presumibilmente dalla metà degli anni Sessanta al 1898 circa. La poca documentazione relativa ai suoi primi anni di attività non ci permette di avere dati certi, si ipotizza che intorno alla metà degli anni Sessanta del XIX secolo fosse direttore dello stabilimento di Le Lieure, successivamente è possibile che sia entrato in società con Luigi Montabone fino a poco prima della metà degli anni Settanta del XIX secolo. Intorno al 1874, infatti, risulta la fondazione della Fotografia Italo-Germanica con sede in piazza Vittorio Emanuele 7, al piano terreno. Sul finire degli anni Settanta risulta anche una sede in via Barolo 2, sempre al piano terreno. Probabilmente lo studio era composto da due ambienti contigui con ingressi differenti. L'acquisizione del nuovo ingresso da via Barolo fa presumere la possibilità di poter usufruire anche di un passo carraio e di un ampio giardino, infatti, unitamente all'indicazione del nuovo indirizzo sui retri delle immagini, compare anche la dicitura "piano terreno con giardino per gruppi e cavalli". Di lì a poco cambia anche la denominazione dello studio che si chiamerà "G. Vanettti pittore e fotografo". Noto soprattutto come ritrattista, si dedica però anche alla fotografia documentaria partecipando, tra il 1872 e il 1875, alla campagna di rilevamento fotografico al castello di Rivara indetta da Alfredo d’Andrade, realizzando immagini accurate dei luoghi e dei disegni capaci di mettere in evidenza il lavoro di restauro. Queste immagini, insieme a quelle realizzate da Berra, fanno parte di una cartella di riproduzioni selezionata da D’Andrade e vengono esposte, nel 1880, alla IV Esposizione Nazionale di Belle Arti di Torino. Nel 1898 partecipa come commissario alla Mostra d’ Arte Sacra e alla Mostra Fotografica dell’Esposizione Nazionale, in quello stesso anno è tra i promotori del Congresso Fotografico che ha luogo a Torino. Il suo studio è rilevato dai fratelli Lovazzano alla fine del XIX secolo.